Cambiare nella vita: come e perché è difficile

Vale la pena spostarsi di poco? Come e perché cambiare è difficile

Spesso cambiare è più facile a dirsi che a farsi, ti spiego perché.

Se vuoi cambiare qualcosa non guardare dove vuoi arrivare, ma guarda dove stai mettendo i piedi. Se guardi solo avanti, cercando di vedere la terra ferma dopo tanto navigare, rischi di commettere un grande errore.

Provo a spiegarti perché: tante volte ti ho detto come darti un obiettivo, una meta da raggiungere, chiederti quali azioni fare per arrivarci, ed è giustissimo. Nel processo del cambiamento, però, guardare solo dove vuoi arrivare rischia di essere un salto troppo grande da fare, e così mollerai prima dell’arrivo.

 

L’errore che sta alla base è pensare che basti un solo cambiamento, come un grande salto, che ti porti dove vuoi arrivare. Invece spesso non ti accorgi dei microscopici cambiamenti nella tua quotidianità, che piano piano ti stanno portando da A a B.

 

È vero, sono passaggi molto piccoli, ma proprio per questo sono possibili.

 

A volte succede che non cambi nemmeno, non ce la fai, proprio perché guardi la meta e pensi sia troppo lontana da te, vedi il cambiamento troppo grande e difficile, e quindi spesso finisci per scegliere di rimanere dove sei, nella tua coperta di Linus, nella tua zona di comfort.

E anche se quella situazione non ti piace o ti fa male, sai che la conosci bene, mentre cambiare significa andare verso una strada che non conosci. E’ un po’ come un salto nel vuoto: sai cosa stai lasciando ma non sai cosa troverai.

E spesso lungo il percorso devi affrontare delle difficoltà, delle paure, vedere delle parti oscure di te che per una vita hai cercato di nascondere sotto il tappeto, come la polvere, anche a te stessa.

L’ho fatto anche io, tante volte.

 

Quello che oggi mi dà ogni volta la forza di fare un cambiamento e chiedermi se quello che ho o dove sono è veramente dove voglio essere o quello che voglio avere.

Se vivo davvero nel presente non posso mentirmi, sento cosa non va e so in che direzione muovermi per iniziare a cambiare.

 

 

Se ci fai caso, spesso chi non cambia, vive nelle sue “fantasticherie”, dice sempre frasi tipo “se avessi quello…se facessi quell’altro…se mi succedesse quella cosa…” e potrei continuare all’infinito.

Hai mai incontrato qualcuno così?

Io sì, tanti, e quando ho iniziato a scegliere il cambiamento come parte della mia vita e del mio lavoro, mi arrabbiavo a vedere chi non voleva cambiare. Dentro di me dicevo: “ma se stai così male, se quella cosa non ti piace, perché non cambi?”.

 

E lì ho imparato una grande lezione: io non posso cambiare gli altri.

 

Anche ora che aiuto le persone nei processi di cambiamento (proprio perché da soli a volte è davvero difficile), la prima cosa che dico loro è: tu hai tutti gli strumenti di cui hai bisogno per arrivare dove vuoi. Io posso aiutarti ad imparare come si usano, ma non posso fare la strada per te.

La cosa assurda è che spesso lo scoglio più grande non è partire, ma andare avanti una volta che si è già partiti. Sì perché spesso si rivolgono a me persone anche molto determinate e che sanno cosa vorrebbero, hanno un obiettivo chiaro, o sanno cosa non vogliono più (che è comunque un motivo molto forte per cambiare).

 

Iniziano il percorso, si entusiasmano per i primi risultati, e poi quando si presentano le difficoltà, iniziano a fermarsi. Magari non la prima volta, ma se le difficoltà si ripresentano due, tre, quattro volte, iniziano ad avere dei dubbi e mi chiedono se non hanno allora sbagliato strada.

 

Ecco dove il meccanismo si inceppa: se credi che iniziato un percorso verso la tua meta e la tua felicità, i problemi non ci debbano più essere perché stai andando nella direzione dei tuoi sogni, allora stai sbagliando davvero.

 

In quel momento ti concentri su cosa non va, su cosa ti sta bloccando, e non sui piccoli centimetri che hai conquistato fino a lì.

 

Fare un percorso di crescita personale non significa diventare dei Santi o dei Buddha, non significa che da lì la vita sarà tutta una passeggiata senza alcuna difficoltà. (Che poi i Santi e Buddha hanno avuto vite tutt’altro che facili!)

 

Significa invece imparare gli strumenti del viaggiatore, avere con te una bussola, una mappa e una piccola cassetta degli attrezzi da usare in caso di necessità; diversi strumenti per diverse esigenze. Quando li impari ti sembra facile e divertente, ma il punto è ricordarti di usarli nel momento del bisogno. Perché sarai tu a dover uscire dal pantano, e solo tu potrai decidere di farlo.

 

Le difficoltà, gli ostacoli, le emozioni negative sono tutti parte della nostra vita, sarebbe impensabile eliminarle. Tutto nella vita tende a un equilibrio e quando sbilanci troppo da una parte, la vita ti ricorda di tornare in equilibrio. Per questo l’obiettivo non è una vita “perfetta” (ammesso che esista e che si possa trovare un’unica definizione), ma è imparare a stare in equilibrio sulle onde degli eventi e delle emozioni.

 

È imparare a surfare verso la gioia, verso quello che ti fa sorridere l’anima, superando ostacoli e difficoltà.

 

Prova a pensare: quanta attenzione metti sulle cose positive che ti succedono? E quanto invece metti l’attenzione su quelle negative?

Normalmente, prima di iniziare ad “allenarti” alla gioia e alla gratitudine, si tende a dare più attenzione a quelle negative. Me ne sono accorta anche io, l’ho fatto per tanto tanto tempo. Era un modo perfetto per fare la vittima, per non prendermi la responsabilità di ciò che succedeva nella mia vita.

 

Lasci il lavoro, cambi casa, ti trasferisci, cambi alcune abitudini e all’inizio sembra tutto bello, sembra una vita nuova: ma questo è solo l’effetto novità. Infatti dopo poco tempo l’entusiasmo diminuisce e le cose non sembrano più così belle e perfette come ti erano sembrate all’inizio.

 

Più passano i mesi più la differenza tra il prima e il dopo non ti sembra più così netta, e allora ti chiedi addirittura se ne è valsa la pena di fare tutta quella fatica per cambiare. Non è come speravi, non è come ti era sembrato all’inizio, e ora ti chiedi anche se era davvero quello che volevi, visto che poi tutta questa differenza non c’è.

 

Non so tu, ma io questi pensieri li ho avuti tante volte, soprattutto nei cambiamenti più grandi e difficili. Per andare avanti ho solo imparato a mettere le cose sulla bilancia, che sembra facile, ma lì capisci come i pensieri spesso ti remino contro, e come il nostro cervello pensi solo alla sopravvivenza, a cosa gli fa meno fatica e meno male in quel momento. Lui non sa, e spesso nemmeno noi, come potremo stare una volta raggiunta la meta.

 

Ecco allora che mettere il prima e il dopo sulla bilancia significa, ad ogni passo, chiederti cosa hai lasciato, cosa hai perso, ma cosa hai trovato e conquistato.

 

È come se tu cercassi di avere sempre 100, quindi ogni volta chiediti che prezzo stai pagando, quanto stai dando e quanto stai avendo. Ogni tanto i conti non ti torneranno, perché per cambiare serve perdere l’equilibrio, ma tu cerca sempre di mirare ad avere il tuo 100, un passo alla volta. Anzi, come diceva Robert De Niro in un film che adoro: un centimetro alla volta, perché la vita è fatta di centimetri.

 

Quando cambi qualcosa non puoi pensare di chiudere nel cassetto la vecchia te stessa, di girare pagina e ricominciare da zero. Tieni conto di chi sei, di tutto quello che hai imparato fin lì e delle esperienze che hai fatto. Fanne tesoro e fai un passo avanti, poi un altro, poi ancora un altro.

 

Il mio mastro dice “Anche un viaggio di mille miglia inizia sempre con il primo passo”. E io questa frase l’ho davvero fatta mia.

 

Quando qualcosa non va non mando tutto all’aria, non torno indietro e lascio perdere. Mi fermo, respiro, e raddrizzo la direzione di ogni passo. Ecco perché all’inizio dicevo che la cosa più difficile non è cominciare, ma continuare. Il vero salto è vedere che sei in un cammino più grande, un percorso fatto di tante piccole tappe. È un viaggio, dove mentre vai avanti, inizi piano piano a stare meglio, ad avere la tua bilancia che è più verso quello che stai ottenendo rispetto a quello che stai lasciando andare, anche solo di un granello alla volta.

Oggi non sono una Santa e non sono certo “arrivata”, ma ho imparato a guardare ogni giorno dove metto i miei piedi, i piccoli passi che faccio. La mattina stabilisco la direzione, dove voglio andare, e la sera guardo indietro per un attimo e ringrazio per la strada fatta e per tutto quello che ho imparato. Perché se ci penso, avrei potuto non farlo.

Quindi oggi non sono ancora arrivata dove voglio, ma sicuramente ci sono molto più vicina.

 

Non so quanto tempo ci vorrà, posso fare solo delle previsioni e dei programmi, darmi degli obiettivi, ma sapendo che la vita sa qual è la strada giusta e che ogni deviazione ha un suo perché, che magari capirò solo molto più avanti. Per andare avanti serve il tuo zaino, con la cassetta degli attrezzi per ogni necessità, e soprattutto serve tanta costanza e tanta determinazione.

 

Non pensare che un solo salto ti possa portare dove vuoi, ma conta ogni giorno i passi che fai verso i tuoi sogni. Anzi, conta i centimetri.

 

E tu, cosa fai per affrontare il cambiamento? se ti va, raccontamelo qui sotto nei commenti.

Sara 

 

 

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Sara Ronzoni

Sono Sara Ronzoni, generatrice di Passioni. Ti aiuto a scoprire quali sono le cose che ami davvero fare e a trovare anche il tempo per coltivarle.
4 Comments
  • Stefano
    Rispondi

    Ciao Sara,
    ho appena letto il tuo articolo e mi ha colpito molto, come tanti articoli che ho letto fino ad ora, ci sono arrivato per caso o forse per una volontà a me ignota che mi porta a filtrare e navigare, fino a trovare l’articolo che mi affascina di più. Spesso mi sono affidato al fato, al momento magico che mi ha portato a questa meta e spero sempre che non sia un algoritmo googloniano che mi fa brutti scherzi portandomi a leggere quello che voglio sentirmi dire. Comunque ti faccio i miei complimenti per il tuo contenuto, Per quanto riguarda il tuo quesito, la mia ricerca è diventata quasi infinita, visto che la mia vita è sempre in un costante desiderio di cambiamento ma allo stesso tempo ho grossi problemi di messa a fuoco e quindi salto come un grillo da un tema all’altro anche se più o meno tengo fede ad una filosofia di base che poi è quella che fa parte del mio modo di essere. In generale mi interesso di comunicazione, non sono esperto di social ma mi affascina il modo in cui si relazionano i ragazzi al giorno d’oggi e provo a paragonarlo ai metodi utilizzati ai miei tempi, cercando di metter in risalto pregi e difetti dell’uno e dell’altro, nella vita di tutti i giorni sono un operatore nelle telecomunicazioni e cerco di sfruttare questa mia base tecnica per spiegarmi le dinamiche che invece avvengono normalmente da un abituale utilizzatore dei mezzi di comunicazione. Detto questo come vedi, mi trovo a navigare tra un profilo tecnico ed uno educativo alle telecomunicazioni e spero primo o poi di trovare il mio baricentro e assodare un nuovo ruolo nella mia vita. Tutto questo avviene in un contesto di padre che cerca di applicare la sua filosofia ai propri figli e consorte senza esser purtroppo compreso fino a fondo. Un saluto e un grazie per lo spazio dedicato. Stefano

    Maggio 5, 2020at22:16
    • ciao Stefano, grazie per il tuo commento e la tua condivisione. Anche io credo che non sia mai il caso o semplicemente l’algoritmo di google a farci trovare delle risposte o delle domande utili per noi.
      Come dici tu questo tipo di ricerca può durare una vita intera. Quello che ho capito è che scoprire quali sono i nostri talenti e utilizzarli è un ottimo modo per rendere onore alla nostra unicità e per essere il più aderenti possibili con il nostro grande sogno.

      Luglio 8, 2020at11:00
  • Rosaria Simone
    Rispondi

    Ciao Sara, il tuo articolo è ricco di tante verità… Tutta la vita sono anadata alla ricerca del cambiamento. Ma come hai detto parto in quinta e poi mi fermo. Sempre così. Tutti i cambiamenti fatti. E spesso mi sento infelice. E non mi riesce credere in me stessa. Mi sento intrappolata dentro un loop mentale dal quale non mi riesce uscire. Sono diventata molto emotiva, per qualsiasi cosa piango. Vorrei fare tante cose…che alla fine delle volte faccio ma che non saziano mai la mia sete di soddisfazione personale.
    Anche se sono consapevole che i piccoli passi sono più funzionali di quelli enormi. Ma intanto non riesco a vederli. Oppure li vedo ma comunque quell insoddisfazione primeggia. E quella rabbia che ho dentro non si placa. Rimango delusa da me stessa e dal fatto che ho tutte le “carte ma non so mai cosa gettare via e cosa tenermi”. Magari ancora non mi conosco abbastanza.

    Dicembre 17, 2021at03:50

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